Gregorio Sciltian ha costruito la sua tecnica artistica stabilendo una connessione profonda con la pittura antica, la sua attenzione si sintonizzò in particolare sulla produzione barocca e le espressioni della cosiddetta «pittura della realtà. L'artista era solito dedicare molto tempo alla visita dei musei, spesso intrattenendosi nei depositi per visionare tele di autori minori o anonime, dedicandosi inoltre allo studio delle tecniche antiche desunte proprio dall'osservazione diretta dei quadri. Un processo di studio che, oltre ad avere ripercussioni sulla sua formazione pittorica, ha permesso all'artista di sviluppare una non comune capacità nell'attribuzione che gli ha consentito di giungere a importanti scoperte avvalorate e confermate da autorevoli studiosi. È il caso di due opere di Giacomo Cerutti detto il Pitocchetto: Il baro e Le due sorelle che Sciltian acquista sul mercato come dipinti anonimi. Le due preziose tele, che ancora oggi compaiono nel corpus delle opere ufficiali del grande pittore lombardo, saranno inserite nell'epocale allestimento della mostra sulla pittura della realtà in Lombardia presentata da Roberto Longhi al Palazzo Reale di Milano nel 1953. Sono molti gli aneddoti attorno alle capacità prodigiose di Sciltian nell'identificare autori del passato, riconoscere i falsi o sovvertire scorrette attribuzioni. Nel corso della sua avventurosa esistenza collezionò oggetti antichi come strumenti musicali (donati al Museo Puskin di Mosca) e manichini (due dei quali appartenuti al Piazzetta) che divennero protagonisti delle sue intense nature morte.

Il Vittoriale degli Italiani conserva il lascito di alcune opere d'arte di grande valore storico e artistico oltre ai già citati Ceruti, Sciltian ebbe modo di acquistare e collezionare opere di altri fondamentali pittori della realtà tra Sei e Settecento lombardo come Antonio Cifrondi, presente in collezione con L'indovino e il ciabattino due esemplari prove dagli accenti caricaturali legate alle rappresentazioni dei mestieri e Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini di cui si conservano due lavori con soggetto di genere: l'ariosa giustapposizione di scene di vita quotidiana del Mercato (1705-1710 ca) e il gruppo dei Musici (1730 ca) in cui due figure di pellegrini sono intente a intonare un canto con l'accompagnamento di un giovane violinista.

Una preziosa raccolta unica in Italia composta nel complesso da 16 lavori tra quadri e disegni in cui confluiscono le esperienze di un pittore di successo che fu anche esperto collezionista come è stato ben documentato in occasione di una mostra del 2012 dal titolo L'ospite illustre presso i Musei di Santa Giulia di Brescia, nella quale le opere in collezione furono studiate e, in alcuni casi, sottoposte a un attento restauro.